Paradiso: Canto XXXI

In forma dunque di candida rosa
mi si mostrava la milizia santa
che nel suo sangue Cristo fece sposa;

ma l'altra, che volando vede e canta
la gloria di colui che la 'nnamora
e la bonta` che la fece cotanta,

si` come schiera d'ape, che s'infiora
una fiata e una si ritorna
la` dove suo laboro s'insapora,

nel gran fior discendeva che s'addorna
di tante foglie, e quindi risaliva
la` dove 'l suo amor sempre soggiorna.

Le facce tutte avean di fiamma viva,

Paradiso: Canto XXX

Forse semilia miglia di lontano
ci ferve l'ora sesta, e questo mondo
china gia` l'ombra quasi al letto piano,

quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo,
comincia a farsi tal, ch'alcuna stella
perde il parere infino a questo fondo;

e come vien la chiarissima ancella
del sol piu` oltre, cosi` 'l ciel si chiude
di vista in vista infino a la piu` bella.

Non altrimenti il triunfo che lude
sempre dintorno al punto che mi vinse,
parendo inchiuso da quel ch'elli 'nchiude,

Paradiso: Canto XXIX

Quando ambedue li figli di Latona,
coperti del Montone e de la Libra,
fanno de l'orizzonte insieme zona,

quant'e` dal punto che 'l cenit inlibra
infin che l'uno e l'altro da quel cinto,
cambiando l'emisperio, si dilibra,

tanto, col volto di riso dipinto,
si tacque Beatrice, riguardando
fiso nel punto che m'avea vinto.

Poi comincio`: quel che tu vuoli udir, perch'io l'ho visto
la` 've s'appunta ogne ubi e ogne quando.

Non per aver a se' di bene acquisto,

Paradiso: Canto XXVIII

Poscia che 'ncontro a la vita presente
d'i miseri mortali aperse 'l vero
quella che 'mparadisa la mia mente,

come in lo specchio fiamma di doppiero
vede colui che se n'alluma retro,
prima che l'abbia in vista o in pensiero,

e se' rivolge per veder se 'l vetro
li dice il vero, e vede ch'el s'accorda
con esso come nota con suo metro;

cosi` la mia memoria si ricorda
ch'io feci riguardando ne' belli occhi
onde a pigliarmi fece Amor la corda.

E com'io mi rivolsi e furon tocchi

Paradiso: Canto XXVII

'Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo',
comincio`, 'gloria!', tutto 'l paradiso,
si` che m'inebriava il dolce canto.

Cio` ch'io vedeva mi sembiava un riso
de l'universo; per che mia ebbrezza
intrava per l'udire e per lo viso.

Oh gioia! oh ineffabile allegrezza!
oh vita integra d'amore e di pace!
oh sanza brama sicura ricchezza!

Dinanzi a li occhi miei le quattro face
stavano accese, e quella che pria venne
incomincio` a farsi piu` vivace,

e tal ne la sembianza sua divenne,

Paradiso: Canto XIX

Parea dinanzi a me con l'ali aperte
la bella image che nel dolce frui
liete facevan l'anime conserte;

parea ciascuna rubinetto in cui
raggio di sole ardesse si` acceso,
che ne' miei occhi rifrangesse lui.

E quel che mi convien ritrar testeso,
non porto` voce mai, ne' scrisse incostro,
ne' fu per fantasia gia` mai compreso;

ch'io vidi e anche udi' parlar lo rostro,
e sonar ne la voce e > e >,
quand'era nel concetto e 'noi' e 'nostro'.

Paradiso: Canto XV

Benigna volontade in che si liqua
sempre l'amor che drittamente spira,
come cupidita` fa ne la iniqua,

silenzio puose a quella dolce lira,
e fece quietar le sante corde
che la destra del cielo allenta e tira.

Come saranno a' giusti preghi sorde
quelle sustanze che, per darmi voglia
ch'io le pregassi, a tacer fur concorde?

Bene e` che sanza termine si doglia
chi, per amor di cosa che non duri,
etternalmente quello amor si spoglia.

Quale per li seren tranquilli e puri

Paradiso: Canto XIV

Dal centro al cerchio, e si` dal cerchio al centro
movesi l'acqua in un ritondo vaso,
secondo ch'e` percosso fuori o dentro:

ne la mia mente fe' subito caso
questo ch'io dico, si` come si tacque
la gloriosa vita di Tommaso,

per la similitudine che nacque
del suo parlare e di quel di Beatrice,
a cui si` cominciar, dopo lui, piacque:

ne' con la voce ne' pensando ancora,
d'un altro vero andare a la radice.

Diteli se la luce onde s'infiora
vostra sustanza, rimarra` con voi

Paradiso: Canto XIII

Imagini, chi bene intender cupe
quel ch'i' or vidi - e ritegna l'image,
mentre ch'io dico, come ferma rupe -,

quindici stelle che 'n diverse plage
lo ciel avvivan di tanto sereno
che soperchia de l'aere ogne compage;

imagini quel carro a cu' il seno
basta del nostro cielo e notte e giorno,
si` ch'al volger del temo non vien meno;

imagini la bocca di quel corno
che si comincia in punta de lo stelo
a cui la prima rota va dintorno,

aver fatto di se' due segni in cielo,

Paradiso: Canto XII

Si` tosto come l'ultima parola
la benedetta fiamma per dir tolse,
a rotar comincio` la santa mola;

e nel suo giro tutta non si volse
prima ch'un'altra di cerchio la chiuse,
e moto a moto e canto a canto colse;

canto che tanto vince nostre muse,
nostre serene in quelle dolci tube,
quanto primo splendor quel ch'e' refuse.

Come si volgon per tenera nube
due archi paralelli e concolori,
quando Iunone a sua ancella iube,

nascendo di quel d'entro quel di fori,

Pages

Subscribe to RSS - Italian